Il Dottor Davide Gorini, chirurgo ortopedico, insieme al Gruppo RGO – Specialisti Del Ginocchio – risponderanno a questa e ad altre domande (tra le più comuni) dei pazienti sull’argomento!
Quando si valuta l’opportunità di utilizzare una protesi monocompartimentale, è importante comprendere le situazioni in cui questa procedura è indicata. Le protesi monocompartimentali sono progettate per trattare specificamente una sola zona del ginocchio, cioè un solo compartimento, tra quelli presenti nel ginocchio: interno, esterno e femoro-rotuleo.
Per comprendere meglio, è utile fare un passo indietro e considerare la struttura #anatomica del ginocchio. Quest’ultimo è composto da tre compartimenti distinti, e quando l’artrosi colpisce solo uno di questi compartimenti, è possibile intervenire per ripristinare esclusivamente l’area colpita dall’usura.
“La protesi monocompartimentale più comunemente impiantata è quella del compartimento interno,” spiega il Dott. Gorini, chirurgo ortopedico. “Tuttavia, il successo di questa procedura dipende da una valutazione accurata del paziente da parte del chirurgo, che si basa su criteri #clinici e radiologici molto precisi.”
Nel processo di valutazione, gli esami strumentali giocano un ruolo fondamentale. Oltre alla radiografia standard, che fornisce una visione generale dell’articolazione, può essere utile eseguire una radiografia sotto carico in proiezione Rosenberg. In alcuni casi, può essere necessario integrare questi esami con una risonanza magnetica, che offre immagini più dettagliate e consente una valutazione più approfondita delle strutture del ginocchio.
In definitiva, la scelta di utilizzare una protesi monocompartimentale è basata su una valutazione individuale del paziente, tenendo conto della localizzazione e della gravità dell’artrosi, della sua condizione generale di #salute e delle esigenze funzionali specifiche.
Seguite le pagine Social ufficiali del Gruppo RGO – Specialisti Del Ginocchio – per valutare i vantaggi della protesi monocompartimentale!
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